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Un’emozione senza confini: alla scoperta dell’anima selvaggia del Madagascar.

Un’emozione senza confini: alla scoperta dell’anima selvaggia del Madagascar.

Questo viaggio è stato il coronamento, anche se parziale, del mio sogno di giovane naturalista, appassionato ed affascinato dalla grande biodiversità e dal numero di endemismi che caratterizzano la natura di questa meravigliosa terra.Dopo aver anche sentito le esperienze di alcuni amici, il programma di viaggio è stato quello di partire dalla capitale Antananarivo o Tanà , come la chiamano i locali e procedere verso sud ovest fino ad arrivare a Tulear attraversando buona parte dell’altipiano centrale e meridionale della Grande Terre.

Al mio arrivo in aeroporto, quello che sarebbe stato la mia guida ed autista per tutto il tour era ad attendermi appena superati i controlli di rito. Tahina Rakotomavo (lo trovate su Facebook come Alfa Tan Tah Rak oppure +261343315026) è una autista-guida free lance che parla molto bene l’italiano ed è un profondo conoscitore del suo paese, dei suoi usi e costumi ed anche un buon conoscitore della natura. E’ anche un ottimo autista, esperto del modo di guidare malgascio legato alle pessime condizioni delle strade, anche quelle nazionali, che attraversano tutto il paese.

Infatti la prima cosa che colpisce, appena si esce dalla capitale, sono le pessime condizioni di manutenzione di tutte le strade con la presenza di un numero incalcolabile di buche, anche molto profonde, che costringono gli autisti a manovre talvolta rocambolesche; questo permette una velocità media di percorrenza di circa 30 km/h. e per questo i percorsi più lunghi sono abbastanza estenuanti. Però se questo può essere un problema che limita l’accesso di un maggior numero di turisti, il minor turismo consente, a chi decide di intraprendere il viaggio, di godere delle bellezze di questo paese in ottima tranquillità. Naturalmente i mesi di massima affluenza turistica corrispondono ai mesi più secchi che vanno da metà giugno a metà ottobre.

Il Madagascar è un'isola che ospita una straordinaria diversità culturale ed etnica. La popolazione è composta da 18 diverse etnie, ognuna con le proprie tradizioni, usi e costumi. Nel mio viaggio ho avuto modo di venire in contatto con alcune di queste:

  • in primis i Merina che vivono negli altipiani centrali e sono il gruppo etnico dominante. Hanno svolto un ruolo chiave nella storia politica e culturale del Madagascar. La cultura Merina è fortemente influenzata dalla monarchia e dalla nobiltà. Le cerimonie funebri sono per loro molto importanti e l'agricoltura, specialmente la coltivazione del riso, è centrale nella loro economia.
  • I Betsileo che vivono negli altopiani meridionali e sono conosciuti per le loro abilità agricole, soprattutto nella coltivazione del riso su terrazze. La loro cultura è simile a quella dei Merina, con una forte enfasi sulle tradizioni agricole e sui rituali funebri.

  • I Bara che vivono sugli altopiani del sud-ovest sono noti per la loro tradizione di allevamento del bestiame. La loro cultura è fortemente legata a questi animali, considerati un simbolo di status e ricchezza. Molto particolare i loro usi funebri soprattutto per i gruppi che vivono nella zona di Isalo; infatti dopo la istituzione del parco il governo ha imposto agli abitanti di lasciare le aree del parco ma ha lasciato loro la possibilità di seppellire i morti all’interno delle grotte che il tempo e l’erosione hanno formato nelle rocce potendo continuare così una tradizione che si perde nel tempo.

Infatti il rituale funebre dell'etnia Bara è una pratica complessa e ricca di significato, che riflette l'importanza delle tradizioni e della cultura nella vita quotidiana di questo popolo. La morte, per i Bara, non rappresenta la fine dell'esistenza, ma una transizione verso un'altra forma di vita ed i riti funebri sono concepiti per assicurare che l'anima del defunto possa compiere questo passaggio in maniera sicura e appropriata.

Sono essenzialmente 4 le tappe che portano al compimento definitivo delle onoranze funebri:

1)La preparazione del corpo dopo la morte

2)La sepoltura del corpo, che può durare anche anni, in una tomba temporanea che in genere è molto semplice.

3)Il Famadihana, che, come per i Merina, è uno dei riti più importanti e che prevede la riesumazione del corpo del defunto dalla tomba temporanea. Durante il "Famadihana" i familiari ed i membri della comunità partecipano a una celebrazione che dura diversi giorni. Il corpo riesumato viene avvolto in nuovi sudari e il defunto viene trattato come un ospite d'onore.

4)La sepoltura finale. Dopo la celebrazione del “ Famadihana” il corpo viene sepolto nella tomba definitiva situata in un luogo di grande importanza per la famiglia, come una collina o una grotta in un'altura considerata sacra. Il seppellimento definitivo è un momento di grande solennità e viene considerato come l'ultima fase del passaggio del defunto nell'aldilà.

  • I Vezo infine occupano la costa sud-occidentale. Sono prevalentemente pescatori nomadi e la pesca è l'attività principale e le loro tradizioni sono strettamente legate al mare. Le canoe tradizionali, chiamate lakana, sono una parte essenziale della loro cultura.

Arrivare ad Antananarivo, la vivace capitale del Madagascar, è stato come immergersi in un mosaico di colori, suoni e profumi. Le strade brulicanti di vita e di traffico, i mercati affollati e i sorrisi calorosi degli abitanti mi hanno dato il benvenuto in questa terra affascinante. La città, arroccata su colline verdeggianti, offre scorci panoramici mozzafiato e una mescolanza unica di tradizione e modernità.Qui mi sono trattenuto una sola notte e di buon mattino ci siamo diretti versoAntsirabe, una tranquilla città termale a circa 170 chilometri a sud di Antananarivo.Conosciuta per le sue sorgenti calde è stata una tappa verso il primo parco nazionale che avrei visitato ed esplorato. Prima di riprendere il viaggio ho visitato i suoi dintorni ed in particolare il laghetto vulcanico di Tritriva, inserito in un cratere dalle pareti profonde ed a picco la cui forma ricorda la mappa del Madagascar, immerso in un paesaggio incantevole che sembrava uscito da una fiaba; una leggenda racconta di due amanti che, avendo avuto il rifiuto al matrimonio dalle rispettive famiglie, si sono lasciati annegare mano nella mano dalle sue scure acque.

Proseguendo il mio viaggio verso sud, dopo circa 300 km e dieci ore , sono arrivato nella foresta pluviale di Ranomafana. Questo parco nazionale è un tesoro di biodiversità, tra i più conosciuti e frequentati del Madagascar. Le sue cascate scintillanti e i sentieri avvolti nel verde lussureggiante mi hanno fatto sentire piccolo di fronte alla maestosità della natura.Il parco, esteso su oltre 400 km² di foresta pluviale, in parte ancora di tipo primario, è famoso anche per il suo ruolo nella conservazione della fauna e della flora locali.

Prima di partire per le escursioni guidate dalle bravissime guide del parco, è essenziale indossare abbigliamento adeguato per la giungla: pantaloni lunghi, una camicia a maniche lunghe, scarpe da trekking resistenti e un cappello per proteggersi dal sole. Da non dimenticare un impermeabile, poiché il clima può essere imprevedibile con frequenti piogge, anche nel periodo più secco.Durante le escursioni, che possono essere molto faticose senza una adeguata preparazione, la prima cosa che colpisce è la lussureggiante vegetazione che sembra avvolgere tutto. Il canto degli uccelli e il rumore degli insetti creano una sinfonia naturale che accompagna l'intero percorso.

Nel parco vivono 29 specie di mammiferi, di cui 12 sono lemuri e un centinaio di specie tra farfalle, rettili, anfibi e tantissimi uccelli. Anche la flora è di grande interesse ricca di piante medicinali, felci, orchidee, palme, piante carnivore e bambù giganti. Durante le escursioni si possono avvistare le varie specie di lemuri, anche se nella fitta vegetazione riuscire a fotografarli decentemente è una vera impresa. La specie più famosa del parco è il lemure dorato del bambù, scoperto proprio a Ranomafana. Nei tre giorni di permanenza sono riuscito ad avvistarne 3-4 specie delle 12 presenti nel parco. Sicuramente maggio, essendo l’inizio della stagione secca e dell’inverno, non è il miglior periodo per avvistare rettili ed anfibi, comunque gli avvistamenti che ho fatto hanno ripagato le mie fatiche : alcune specie di rane, gechi satanici dalla coda a foglia, coleotteri giraffa, farfalle dagli iridescenti colori, varie specie di uccelli, almeno 5 specie di camaleonti…

Una esperienza straordinaria è stata quella dell’escursione in notturna, che è possibile solo al di fuori dei confini del parco, ma è una esperienza incredibile. Lungo la strada che porta all’ingresso del parco, in zone ben conosciute dalle guide piccoli lemuri topo, illuminati dalle lampade, fanno la loro comparsa tra le fronde degli alberi anche a pochi metri da me e poi, appesi ai rami come frutti pendenti, svariati camaleonti di specie diverse dormono spesso a testa in giù, sicuri del loro mimetismo e protetti dall’oscurità.Un'altra meraviglia del parco sono le sue numerose cascate e sorgenti termali. Le cascate di Namorona sono particolarmente affascinanti, con l'acqua che scorre impetuosamente tra le rocce creando un paesaggio pittoresco. Le sorgenti termali, invece, offrono un'opportunità per rilassarsi e immergersi nell'acqua calda naturale, un tocco rigenerante dopo una lunga giornata di escursioni

Lasciando il parco, si ha la sensazione di aver vissuto un'avventura straordinaria. Il Parco Nazionale di Ranomafana non è solo un rifugio per la fauna e la flora in pericolo, ma anche un luogo di bellezza naturale e tranquillità, un'esperienza indimenticabile che ispira rispetto e amore per la natura.

A circa 4 ore di macchina verso sud ovest ho poi raggiunto la riserva di Anja, che è un altro gioiello di biodiversità e bellezza naturale, è gestita dalla comunità locale e offre un'esperienza unica e autentica ai visitatori.La riserva è facilmente accessibile dalla città di Ambalavao. Tutta la zona è caratterizzata da enormi formazioni di roccia granitica che emergono dal paesaggio con colori che vanno dall’arancio delle rocce al verde lussureggiante delle foreste che le ricoprono nelle zone meno elevate. Questi massicci rocciosi offrono viste spettacolari e opportunità anche di arrampicata. L’escursione può raggiungere dei punti panoramici, da cui è possibile ammirare una vista a 360 gradi della riserva e delle sue bellezze naturali. Uno dei momenti clou è l'incontro con diversi gruppi di lemuri dalla coda ad anelli o lemure catta, una delle specie iconiche del Madagascar. Questi lemuri sono abituati alla presenza umana e possono essere osservati da vicino mentre si arrampicano sugli alberi o saltano da un ramo all'altro, impegnati nelle loro attività quotidiane. Particolarmente attraente ed interessante è attenderli al mattino molto presto su alcune rocce elevate dove, al sorgere del sole, questi lemuri si recano per cominciare a sfruttare il calore dei primi raggi per scaldare il loro corpo dopo la rigida notte ed iniziare una nuova giornata alla ricerca del cibo.

La Riserva di Anja è anche ricca di una varietà di piante endemiche e altre specie animali. Ho osservato e fotografato camaleonti, rane, rettili, uccelli colorati volare sopra la foresta, farfalle dai colori sgargianti ed insetti tanto colorati quanto dannosi. Anche qui ho fatto un paio di visite notturne che mi hanno mostrato altri animali di questa riserva estremamente interessante.

Dopo una permanenza di tre giorni mi sono spostato nella Tsaranoro Valley, una valle di una bellezza unica, famosa per le sue opportunità di arrampicata su roccia. Le pareti granitiche offrono sfide per arrampicatori di tutti i livelli, con vie che variano in difficoltà e lunghezza.

Una delle basi principali per esplorare la Tsaranoro Valley è Camp Catta. Questo campo, che si raggiunge dopo un percorso sterrato di almeno un’ora, è ben attrezzato ed offre una varietà di sistemazioni, che vanno dai bungalow confortevoli alle aree campeggio per chi preferisce un'esperienza più rustica. Il camp offre anche un ristorante dove si possono gustare piatti locali e internazionali, preparati con ingredienti freschi.

Ci sono numerosi sentieri che partono da Camp Catta e si snodano attraverso la valle, offrendo viste mozzafiato sulle montagne e sulla flora locale. Tra le escursioni più popolari c'è quella che porta alla cima del monte Chameleon, da dove si può ammirare un panorama spettacolare.

La valle è ricca di biodiversità e, con un po' di fortuna, si possono avvistare lemuri, camaleonti e molte specie di uccelli. L’interno del Camp è frequentato da bande di Lemuri dalla coda ad anelli che, abituati alla presenza umana, si lasciano avvicinare e riprendere senza problemi. Se interessati solo alla ricerca della fauna sono sufficienti 1 o 2 giorni di permanenza.

Una visita alla Tsaranoro Valley e a Camp Catta è comunque un'esperienza interessante.

Dalla Tsaranoro Valley proseguo fino al Parco Nazionale di Isalo, situato nel sud-ovest del Madagascar, che è una delle destinazioni più spettacolari e suggestive dell'isola. Questo parco copre un'area di circa 815 km² e offre una varietà straordinaria di paesaggi, tra cui massicci rocciosi, canyon profondi, praterie e corsi d'acqua cristallini. Qui ho avuto la fortuna di incontrare la guida più preparata e competente di tutto il viaggio, Billy Rowland , un vero naturalista appassionato, che consiglio agli eventuali interessati di contattare (lo potete interpellare tramite Messanger oppure al +261348779513), nessuno come lui potrà far godere al visitatore le bellezze di questo affascinante parco.

Il paesaggio surreale dell’Isalo, fatto di formazioni rocciose scolpite dal vento e dall'acqua, mi ha lasciato senza fiato. Ho camminato tra i canyon, esplorato piscine naturali e ammirato tramonti infuocati che dipingevano il cielo con sfumature di rosso e arancio. Le rocce di arenaria assumono forme spettacolari, con archi, torri e canyon che si estendono per chilometri.

All'interno del parco ci sono numerose piscine naturali, tra cui le famose "Piscina Blu" e "Piscina Nera". Questi bacini d'acqua limpida, incastonati tra le rocce, offrono un luogo perfetto per rinfrescarsi dopo una lunga camminata. Il Canyon de Makis e il Canyon des Rats sono tra i più noti. Questi canyon sono habitat di molte specie di piante endemiche e animali. Il parco è noto per la sua biodiversità. Oltre ai lemuri, si possono trovare anche camaleonti, uccelli rari e una varietà di piante endemiche, tra cui numerose specie di aloe. Grazie alla passione ed alle conoscenze di Billy ho potuto fotografare lemuri Sifaka, Catta, tanti camaleonti, svariate rane, insetti estremamente strani e particolari, le due specie di Boa che vivono in Madagascar e, nelle zone più aride, iguane e lucertole dalle code spinose.

A proposito dei Sifaka, Billy mi ha raccontato una storia affascinante realmente accaduta alcuni anni fa. Qualche anno prima del 2019 un grande incendio, sviluppatosi in una valle, decimò la famiglia residente di Sifaka di Verreaux ; una parte riuscì a fuggire dalla devastazione, altri furono uccisi dalla furia delle fiamme. Quando le fiamme si esaurirono le guide del parco si accorsero che una giovane femmina si era salvata, malconcia ma salva. La sopravvissuta venne adottata e protetta da un gruppo di Lemuri dalla coda ad anelli che le consentì di raggiungere l’età adulta. Ma nella valle non si erano più visti altri Sifaka per cui tutti i ricercatori erano preoccupati per la sopravvivenza della specie nella valle. Billy si preoccupò di contattare la scienziata di lemuri più conosciuta del Madagascar ed insieme progettarono un programma di reintroduzione atto a far ritornare i Sifaka nella valle. Quando il progetto stava per partire iniziò nel mondo l’epidemia di COVID e tutto si fermò rimanendo congelato fino al 2022. Quando si cominciò a tornare nel parco grande fu la sorpresa di vedere che, durante l’assenza degli umani, un maschio di Sifaka era tornato nella valle e si era accoppiato con la femmina solitaria dando vita ad una nuova famiglia residente. Ora quella coppia ha dato alla luce tre cuccioli che si spera stabilizzeranno la presenza dei Sifaka di Verreaux in quella valle del parco. Una storia incredibile di resilienza e vitalità della natura!

Proseguendo il mio viaggio verso sud, lungo la strada ho avvistato i primi baobab che con la loro maestosità ed altezza sembrano quasi voler toccare il cielo, anche se la specie che vive in queste zone non è alta come quella che vive nella zona di Morondava più a nord.

Sono infine arrivato a Tulear, la "città del sole". Situata sulla costa sud-occidentale, questa città costiera è frequentata da un turismo balneare e subacqueo. La mia destinazione era comunque leggermente più a nord per visitare la Ifaty Spiny Forest , una delle riserve più affascinanti e uniche del paese. Questo ecosistema arido è caratterizzato da una flora incredibilmente adattata alle dure condizioni climatiche, con molte specie che non si trovano in nessun'altra parte del mondo. Questa riserva è un esempio di conservazione comunitaria. Molte delle guide e del personale coinvolto nei progetti provengono dalle comunità locali. Questo non solo aiuta a proteggere questo fragile ecosistema, ma fornisce anche un'importante fonte di reddito per le persone che vivono nei dintorni.

La Ifaty spiny forest è famosa per le sue piante succulente e spinose. Tra le specie più iconiche ci sono:

  • Didieraceae: Piante che sembrano uscire da un libro di botanica aliena, con forme contorte e bizzarre.
  • Baobab: Alberi maestosi con tronchi enormi che sembrano sfidare la gravità.
  • Euphorbia: Piante spinose che spesso assomigliano a cactus, anche se non sono affatto imparentate.

Oltre alla flora, la foresta ospita anche una fauna variegata: lemuri topo e notturni, camaleonti di varie specie, gechi di varie specie, una miriade di uccelli endemici, ricci tenrec e tartarughe…

Le escursioni attraverso la foresta possono variare in lunghezza e difficoltà, ma generalmente si svolgono su sentieri ben definiti che attraversano paesaggi surreali e quasi lunari. Le guide spiegano le caratteristiche uniche delle piante e degli animali incontrati lungo il percorso, raccontando anche leggende e storie locali.

Visitare la Ifaty spiny forest è un'esperienza unica che offre un raro sguardo su un ecosistema straordinariamente adattato. È un promemoria della bellezza e della fragilità del nostro pianeta, nonché dell'importanza della conservazione.

Da Tulear con un volo interno sono rientrato a Tanà e prima del viaggio di ritorno verso l’Italia ho visitato la Riserva privata di Peyrieras nota anche come Peyrieras Reptile Reserve o Madagascar Exotic. Si trova vicino alla cittadina di Marozevo, lungo la strada che collega Antananarivo e Andasibe. È una tappa popolare per i turisti che si recano al Parco Nazionale di Andasibe-Mantadia.

La riserva è stata fondata da André Peyriéras, un entomologo e naturalista francese, noto per il suo lavoro sulla fauna del Madagascar. L'obiettivo della riserva è conservare e mostrare la straordinaria biodiversità dell'isola; è particolarmente rinomata per la sua collezione di animali rari ed a rischio:

varie specie di camaleonti, alcune specie di gechi foglia (Uroplatus), varie specie di rane, tra cui la rara Mantella aurantiaca, le due specie di Boa del Madagascar ed altri rettili ed una vasta gamma di farfalle.

Anche se sembra di essere in uno zoo, visto che gli animali sono tenuti in delle grandi serre chiuse da reti, la Riserva di Peyrieras svolge un ruolo importante nella conservazione delle specie malgasce, alcune delle quali sono minacciate dalla perdita di habitat e dal commercio illegale di animali esotici. La riserva collabora con varie organizzazioni per promuovere la conservazione e la ricerca.

In sintesi, la Riserva di Peyrieras è un punto di riferimento per la biodiversità del Madagascar, offrendo un'esperienza unica per gli amanti della natura ed offrendo delle ottime opportunità fotografiche.

La conclusione del mio viaggio nella natura del Madagascar è stato un momento di riflessione ed appagamento. Mentre l'aereo decolla, una quiete interiore mi avvolge, come se il ritmo della natura avesse cullato l'anima, facendomi ritrovare una parte di me stesso che avevo dimenticato. I ricordi delle spiagge bianchissime, lambite dalle onde turchesi dell'oceano, si mescolano alle immagini dei baobab che si stagliano contro il cielo arancione del tramonto.

Gli incontri con lemuri curiosi, camaleonti dai colori vivaci ed animali mai visti rimangono impressi nella mente, simboli di un mondo incontaminato che vive in equilibrio con il tempo.

E mentre la distanza cresce, una parte di me sa che questo legame non si spezzerà mai ed una voce interiore dice: tornerò presto!!!

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